Dopo aver sviluppato una serie di approfondimenti sulle corone, qui di seguito riprendiamo i due articoli, ecco un altro articolo che segue l’argomento FTP.
Un FTP “grosso” ed è tutto più facile
L’FTP, gioia e dolori del ciclismo moderno, per l’atleta e anche per i preparatori. FTP è l’acronimo di Functional Threshold Power, per molti un numero sul device, per alcuni la base dell’allenamento, per tantissimi quella cifra che sancisce chi l’ha più grosso tra un gruppo di ciclisti (citazione di coach Luca Bianchini che diventa una sorta di totem). Questo dato è il risultato della nostra forza moltiplicata per la velocità di rotazione. VELOCITA’ DI ROTAZIONE, un valore spesso dimenticato o a cui non diamo la giusta importanza.
Le rpm ottimali
Non di rado, quando andiamo ad eseguire un test FTP ci concentriamo (e ci fanno concentrare) sul wattaggio. Ci lasciamo condizionare dai valori e dei watt che leggiamo, che ci raccontano gli amici, dai dati FTP che ci possono integrare in quella categoria dell’olimpo dei campioni, oppure ci inseriscono tra i comuni mortali. Quello che perdiamo per strada è la capacità di leggere, capire ed interpretare una serie di fattori che si nascondono dietro a quel numero. Prima di tutto, quali sono le rpm ottimali che caratterizzano il mio motore e che mi permettono di lavorare al meglio nel breve, medio e lungo termine?
L’indoor insegna
Le ore di indoor cycling, in questo periodo ne abbiamo fatte molte, diventano uno strumento davvero buono per capire quale è il regime di rpm ottimale per noi. In scarico, oppure attraverso un’attività intensa e specifica, l’allenamento indoor ci permette di capire quale è il range di pedalata più congeniale.
Questo perché; pedalare al chiuso elimina una serie di variabili con le quali ci dobbiamo confrontare all’esterno. Certo, lo possiamo fare anche outdoor, ma il dato non sarà mai filtrato e limpido al 100%. Allenarsi e capire come farlo per migliorare, gareggiare e uscire in bici! Tre cose molto differenti tra loro.
Quando l’FTP è falso
Prima di tutto è necessario dire che l’FTP è una base di lavoro, un dato utile alla costruzione di una preparazione specifica e personalizzata. Molti lo sfruttano per farsi belli di fronte agli amici, sulle piattaforme social e per costruirsi un’immagine. L’FTP ci fa sentire delle star! Non dobbiamo dimenticare, anzi dovrebbe essere la prima cosa da tenere in considerazione che questo primo mattone ci ci deve permettere di lavorare bene anche nel medio e lungo termine. Io posso eseguire un test FTP sui 20 minuti ed avere un dato non veritiero se proiettato sull’ora di attività.
Le variabili
Le variabili sono numerose ma una su tutte la possiamo quantificare e controllare: le rpm, il numero di pedalate. Io posso avere un FTP più alto (rispetto a quello vero e proprio) perché per 20 minuti ho spinto oltre le mie possibilità e ad un numero di rpm inferiore, rispetto alle mie ottimali. Quando sarò costretto a replicare questo valore con termini temporali dilatati (30/40/60 minuti), il rischio di bruciarmi sarà molto alto, o addirittura non riuscirò a raggiungere il mio dato calcolato in precedenza.
Ecco che è necessario capire e saper sfruttare le rpm che ci competono e che spesso fanno abbassare il valore di FTP, ma ci fanno andare più veloce o ci permettono di performare per un tempo più lungo. Non siete convinti? Qui sotto una prova pratica.
Qui di seguito riprendiamo anche un approfondimento di Davide Sanzogni, sempre in merito all’FTP e ad alcuni suoi aspetti fondamentali che “tutti” dovrebbero tenere in considerazione.
a cura della redazione tecnica, con la collaborazione di Davide Sanzogni, foto redazione tecnica e Sara Carena.