Apriamo con un’immagine del vincitore di oggi, Bilbao del Team Astana. Pello Bilbao Lopez, non un campionissimo ma un bell’atleta, forte in salita, spesso in fuga nelle tappe con dislivello importante, grintoso e capace di leggere la corsa, facente parte di uno squadrone protagonista del 2019. Oggi l’Astana era partita per fare la corsa in una tappa condotta ad un velocità pazzesca fin dalle prime battute. Due corridori in fuga subito, poi uno, alla fine Bilbao. Questo permette anche ad alcuni compagni di prendere fiato, ed essere utili nelle prossime settimane a Miguel Angel Lopez (Superman); intanto una tappa l’hanno portata a casa.

Tanti spunti, quelli che ci regala il Giro d’Italia dopo sette giorni di gara, in merito a corridori, atleti, per il valore dei singoli ma anche per quanto concerne i team. Senza dimenticare un percorso sempre difficile da interpretare, vario e tortuoso, reso ancora più difficile da un meteo talvolta estremo.

La foto qui sopra è un’istantanea della tappa con arrivo a Terracina, in un certo senso il simbolo di questa prima parte di Giro d’Italia, caratterizzata da un meteo pazzo. Freddo, pioggia, vento, neve al nord dove i passi alpini sono stracolmi di neve. Tutto questo non aiuta a pedalare. Tanto lavoro per i massaggiatori nel dopo gara, per i meccanici e per gli stessi corridori che non devono dimenticare di coprirsi, vestirsi in modo adeguato e mangiare. Il giro è lungo tre settimane, nulla va lasciato al caso.

Uno dei candidati alla vittoria finale ha dovuto abbandonare la carovana, troppo forte il dolore al ginocchio. Ha fatto bene? A nostro parere si, perché l’olandese vuole essere protagonista anche al prossimo TDF. Dopo aver perso oltre 4 minuti prima dell’arrivo a Frascati sarebbe stato stupido continuare, mettendo a repentaglio la condizione fisica, la salute e un’intera stagione agonistica per nulla compromessa. Poteva essere protagonista ma anche l’ago della bilancia; peccato.


Pascal Ackermann contro tutti! Il velocista tedesco, che non sembra temere il freddo, sembra essere il velocista più forte in questo Giro d’Italia 102 ,veloce ma anche potente, bravo a tenere le posizioni buone ma che paga qualcosa in scaltrezza se messo a confronto con Viviani, il tedescone che tiene bene anche in salita, che sprinta anche ai traguardi intermedi per la maglia ciclamino, con una squadra che si muove bene. Pensiamo, un gradino sotto ci sono Elia Viviani e Gaviria (che si è ritirato oggi per un problema al ginocchio), dei veri e propri funamboli quando è stato necessario rimontare da dietro, spesso troppo tardi.



Tre giovani che in qualche modo hanno colpito gli addetti ai lavori, in salita, nei momenti clou della tappa: nell’ordine, Giulio Ciccone in maglia azzurra, Valreio Conti prima maglia rosa dopo quella di Nibali del 2017, Giovanni Carboni ora in maglia bianca di miglior giovane, quest’ultimo gran protagonista della lunga fuga di ieri. Non potevano non inserire una foto del lombardo Masnada, protagonista di un’eccellente primavera, prima al Tour of the Alps ora vittorioso alla corsa rosa.

Permetteteci una considerazione sulla lunghissima frazione di ieri, caratterizzata dalla fuga, definita da alcuni media “fuga bidone”. Qui non si tratta di opinioni, fare un’affermazione del genere significa capire poco o nulla delle dinamiche del ciclismo. Evidentemente chi ha detto questo, solitamente commenta qualche altro sport, bene, che torni pure a fare quello. Una bellissima frazione, animata da coraggiosi in fuga per tante ore, al tempo stesso fortunati per via di un Roglic che “non ha voluto tenere la maglia”.

Non solo Roglic, il Team Jumbo-Visma ha fino ad ora interpretato molto bene il Giro, tirando quando era necessario, proteggendo a dovere il proprio leader, assecondando i vari momenti della corsa. A questo punto ci viene da fare un plauso anche ai ds della squadra. Altra considerazione in merito al team olandese: una squadra matura ed evoluta rispetto alle stagioni passate, che anche per via di Roglic ha trovato una sua identità e collocazione. In alcune tappe lo sloveno ha usato la OltreXR4 Disc.

Ci piace! Bravo Formolo, è stato lui che ha dato vita alla fuga buona di oggi, cresciuto e consapevole anche dal punto di vista tattico, non solo in quello delle gestione delle sue forze. Anche nel finale di gara c’era e tutti quelli in fuga avevano timore di lui, di un’altra accelerata. Speriamo di vederlo protagonista anche nelle prossime settimane, per se stesso, oppure in aiuto a Maijka.

Astana come detto in precedenza, Bora, Movistar, Jumbo-Visma, con oggi anche Bahrain e in parte Michelton-Scott, i team che hanno dato l’impressione di poter fare la corsa, di avere qualità nel proprio roster, in grado di leggere la corsa in diversi momenti. Ma come detto: il Giro d’Italia è lungo tre settimane e la febbre, quella vera, inizieremo a misurarla da metà settimana prossima.