Le ruote sono il vestito della bici. La ruota trasmette fascino, categorizza il mezzo meccanico lo rende accattivante. Molti giudicano la bicicletta in base all’estetica, senza averla mai provata e le ruote sono un componente che incide per il 50% in fase di valutazione. Diciamo la verità, “la ruota alta rende la bici figa”.
La bici è un sistema tanto semplice, perché è sufficiente pedalare per produrre movimento, quanto affascinante e complesso perché è un pacchetto che fa collimare il funzionamento di diversi componenti. Telaio, forcella, piega e attacco manubrio, sella e seat-post ma anche il portaborraccia, per non parlare di ruote e gomme: non esiste una bici che funzioni al meglio, al massimo delle sue potenzialità, con uno di questi equipaggiamenti che non performi nel modo corretto. Il nostro approfondimento verte proprio su questo, in modo specifico sulle ruote, fondamentali per la bici e per l’atleta, componenti che sono un mondo a se.
“basta pedalare”, beh si ma la bicicletta di oggi non è solo fare fatica e metter giù la testa, “far girare i garun”. Oggi il mezzo meccanico può fare la differenza ( a nostro parere, una buna bici, ben concepita è da sempre in grado di fare la differenza, in particolare sul lungo termine), non ci riferiamo solo ai freni a disco. I materiali (che non sono tutti uguali), il modo in cui sono lavorati, le geometrie dei telai, il rake della forcella, le dimensioni della sella, la tecnica delle ruote combinata con delle dimensioni delle gomme.
Le bici con i freni a disco, ad oggi, per funzionare bene devono utilizzare le giuste ruote e gomme. Su una bici con freno a disco, se montate una ruota con cerchio dotato di un canale da 15 mm, pneumatico con sezione 21c, gonfiata a 10atm (alla vecchia maniera), alla prima frenata secca, magari in discesa, un bel carpiato di testa non ve lo leva nessuno!
Prima di entrare nello specifico permetteteci un’ulteriore considerazione: non pensate ad una ruota con profilo alto come più rigida, estrema; talvolta sono più rigide le ruote con profilo basso ma queste hanno un impatto visivo più morbido che condiziona l’utente. Certamente le ruote alte, non sono immediate, vanno capite nel comportamento prima di essere portate al limite.
IL CANALE INTERNO DEL CERCHIO SEMPRE PIU’ LARGO
Ormai si prosegue verso uno standard sempre più ampio, ad oggi di 19 e 21 mm in base ai marchi. Queste misure sono aumentate di pari passo all’utilizzo sempre maggiore di coperture da 25 e 28 mm ( anche da 26), sezioni che hanno obbligato ad aumentare la zona di supporto e ancoraggio: a questo aggiungiamo anche lo sviluppo esponenziale della categoria road tubeless.
Con i telai disco si sono allargati i passaggi di forcella e retrotreno, anche questo ha influito nella produzione di ruote più cicce. Il canale interno maggiorato, abbinato a pneumatici più larghi rispetto al passato, “se utilizzati con una pressione adeguata”, permettono di beneficiare di un comfort più elevato, migliore e maggiore capacità di assorbimento dei difetti della strada, tenuta un curva e stabilità aumentate alle alte velocità, minore resistenza al rotolamento (qui bisognerebbe avere dei dati numerici a disposizione ma in alcuni casi la sensazione di scorrevolezza è tangibile). Un canale da 19, oppure 21 mm, offre una migliore interfaccia, non fa spanciare eccessivamente la gomma limitando eventuali danni ai lati. Un esempio: se provate a montare una gomma da 25 su un cerchio con canale da 15, alto o basso che sia e a prescindere dal design dello pneumatico, quest’ultimo si allargherà molto al di fuori del cerchio, mostrando il suo lato debole alla strada e creando instabilità in curva e nei cambi di direzione repentini. In queste fasi, si percepiscono vibrazioni e una certa “intolleranza dell’avantreno”. Non solo: è necessario adeguare la pressione delle gomme.
Una copertura da 25, 26, oppure 28c deve categoricamente essere usata con un valore Psi inferiore, per non parlare dei tubeless. Una considerazione in merito: una gomma più larga a parità di pressione, sarà più scorrevole se confrontata con una di sezione più piccola ma diventerà anche più dura ed instabile. Questo cambia se si adeguano le atmosfere interne allo pneumatico, aumentando le performances a tuttotondo della copertura.
IL CERCHIO PANCIUTO
Canale largo è anche sinonimo di cerchio ciccione, con larghezza totale di 25 mm ma anche oltre. In termini di design, si è ricercato di aumentare la penetrazione dello spazio, non solo attraverso l’altezza ma anche tramite la forma, minimizzando gli effetti negativi del vento laterale. Una ruota con un cerchio di questo stampo, a prescindere dalla sua altezza (che influisce non poco), da subito potrà risultare più dura e impegnativa da guidare ma al tempo stesso maggiormente scorrevole e confortevole rispetto alle ruote alte del passato.
I MOZZI E I RAGGI
Si è andati verso profili medi e alti, le ruote con profilo basso sono utilizzate e cercate sempre meno, solo dai veri salitomani, oppure usate come prodotto per il training. Questa direzione, combinata con l’avvento dei sistemi a disco, ha obbligato i vari produttori a sviluppare raggi (a volte), raggiature e mozzi diversi rispetto al passato. In questo, ogni azienda ha il suo protocollo e convinzione ma è vero che c’è stata una grossa rivalutazione dei raggi con diametri maggiori (a discapito di qualche grammo), non eccessivamente magri e incrociati in seconda, per il posteriore e per l’avantreno.
La dimostrazione che talvolta è utile sacrificare qualcosa nel peso a favore di sicurezza e prestazione. L’incrocio sulla ruota dietro, su ambo i lati, oppure solo su uno, permette di avere una trazione maggiore, distribuire meglio le forze di un cerchio più largo, ammortizzare meglio e distribuire la frenata. Quando si frena con i calipers, le forze si spostano verso il basso, mentre con i dischi, primi si allargano sul mozzo, per poi dilatarsi su tutta la ruota ( ecco spiegata in parte, la sensazione di allargamento di traiettoria, per chi usa una bici disco per la prima volta).
Più o meno lo stesso concetto viene riportato per la ruota davanti, dove ad oggi è praticamente impossibile (ci riferiamo alle ruote disco) trovare un prodotto con entrambi i lati con raggiatura radiale.
I raggi dritti sulla destra e sulla sinistra rimane ed molto utilizzato sulle ruote rim brakes ma anche in questo caso, il prodotto nella sua totalità deve essere fatto a regola d’arte. Al contrario si corre il rischio di prendere della porcheria, che spesso porta alla rottura dei raggi, che vibra parecchio anche alle basse andature. Si è tornati ad aumentare il volume della sezione centrale del mozzo, per sfruttare una maggiore rigidità e robustezza, con delle flange di supporto ai raggi.
Non entriamo nel merito della costruzione del mozzo posteriore, dell’ingranaggio interno, del sistema d’ingaggio della ruota libera; qui il discorso sarebbe troppo ampio e dispersivo, argomento che merita uno spazio a se (che struttureremo in futuro).
ALCUNE CONSIDERAZIONI
Tutto cambia e si evolve, non sempre l’innovazione porta vantaggi nell’immediato, perché anche la tecnologia necessita di assestamenti, prove e test. Le discipline sportive che includono un mezzo meccanico sono l’esempio: si crea a computer ma la prova sul campo ha l’ultima parola, la firma. È così anche per le ruote, che si sono modificate negli anni per accontentare un mercato sempre più esigente, combinando il design con la performance. Le ruote, sono una delle parti più dispendiose della bicicletta, eppure senza ruote è impossibile andare e uno dei discorsi che tiene banco è: “appena ho due soldi in più investo su due buone ruote”. Corretto, più che giusto. Una ruota mediocre fa diventare pessima una buona bicicletta. Un buon set di ruote sono in grado di rendere ottima una bici di basso livello. Pneumatici e ruote, quelli più moderni, si distaccano e di molto dai prodotti delle vecchie generazioni: a nostro parere sono difficilmente paragonabili. I tubeless? La soluzione perfetta per le bici con i dischi, lo abbiamo già detto e continueremo a dirlo e, come in tutte le cose, è necessario prima capire come funzionano, per poi aprire il gas e andare a tutta.
foto a cura di Matteo Malaspina e redazione tecnica