Partiamo da una considerazione che normalmente viene inserita al termine di un articolo: Specialized Tarmac Pro Disc costa 6.499 euro, non sono pochi ma, credeteci, il rapporto tra la qualità e il prezzo è eccellente.

Nonostante un design che non nasconde la sua propensione alla competizione, il feeling che si instaura con il mezzo è immediato. La bici non è mai ecessivamente nervosa e, quando è messa sotto pressione, difficilmente mostra dei cedimenti. Non è il vero top gamma del segmento Tarmac, non è la bici del reparto corse, la team replica S-Works ma è comunque in grado di offrire una spinta costante.
Specialized Pro, una configurazione strutturata grazie a un carbonio con un peso specifico leggermente superiore, con una rigidità inferiore rispetto a Tarmac S-Works. Il frame della bicicletta in test è costruito grazie alla fibra Fact 10r (Tarmac S-Works prevede Fact 12r) ma porta in dote il medesimo design e soluzioni tecniche della top di gamma. Anche questa piattaforma Tarmac Pro Disc, come la versione tradizionale, nasce rispettando il concetto Rider-First Engineered: ciascuna taglia di ogni telaio è opportunamente dimensionata, in modo che sia garantita la rigidità nei punti giusti e che il corridore abbia sempre il feeling migliore, a prescindere dalla sua struttura fisica. Focalizzandosi verso la ricerca della performance, la configurazione con i freni a disco è ancora superiore se paragonata alla rim brakes: le sensazioni che si percepiscono sono di una maggiore rigidità, quest’ultima ben distribuita, una bici più tosta quando si chiede un cambio di ritmo perentorio, sempre affidabile in frenata, a prescindere dalle condizioni meteorologiche.
Una menzione particolare va fatta per le ruote, come recita anche i video in allegato: un componente che rasenta la perfezione sotto molti frangenti, facendo emergere una stabilità e un potere di trazione che hanno pochi paragoni nel mercato attuale. Non a caso le Roval di Specialized sono state prese come riferimento della categoria.
A CHI SI RIVOLGE (SECONDO NOI)
Prima di tutto ci preme sottolineare che la versione Pro non è da identificare come il “vorrei ma non posso”: il segmento Pro ha una sua anima, configurazioni proprie che inseriscono queste bici nel mercato della gamma media e medio/alta, con equipaggiamenti rivolti a contenere i prezzi senza sacrificare la ricerca delle prestazioni, con design e tecnologie che derivano direttamente dal comparto S-Works. Tarmac Disc si rivolge a un pubblico esigente, a cui piace spingere sui pedali, dalle gare a circuito fino ad arrivare alle granfondo, anche con dislivello importante. La bici, così come vedete nelle immagini, è pronta per gareggiare, non ha bisogno di variazioni. Gratifica quando è spinta al limite, perché non è mai carente di controllo, e aiuta a non perdere di lucidità. Asseconda l’atleta nel caso di eventuali errori in fase di inserimento in curva, ed è velocissima nei cambi di direzione. Non è scomoda, anzi, ci ha colpito il suo grado di comfort, non comune per questa tipologia di mezzo, il che fa pensare a un impiego anche per i semplici appassionati, poco propensi alla pratica agonistica. In fase di frenata è una garanzia, non solo per quanto concerne l’impianto frenante ma per quello che esprimono, telaio e forcella, ruote e pneumatici. Non si scompone mai.
TANTI DETTAGLI, UNA BICI CURATA E RICERCATA
Non è una bicicletta che potremmo definire “spartana”, anzi, è ricca di dettagli ed è ben curata anche nei minimi particolari. Le sedi dei perni passanti sono eseguite a regola d’arte, leggermente svasate e alloggiano degli assi (12×100 mm anteriore, 12×142 mm posteriore) costruiti in maniera apposita. Questi però, obbligano ad avere con se una chiave a brugola.
La scatola del movimento centrale è larga 68 mm e in questa versione, pur essendo press-fit, adotta le calotte esterne per i cuscinetti (PraxisWorks).
Altro particolare gustoso è l’inserimento di una sorta di pellicola in alluminio, a protezione della zona della pinza freno posteriore.