
La gamma di freni Shimano si differenzia nelle famiglie XC e Trail, rispettivamente con pinza a due e quattro pistoni contrapposti. La seconda versione può offrire più potenza frenante e una migliora modulabilità per chi vuole aprire il gas su discese lunghe e sfidanti, tipiche dell’enduro. Ecco il nostro test in cui mettiamo alla frusta l’impianto XT BR-M8020 di Shimano, introdotto l’anno passato.


La pinza si basa su un design noto ma è stata aggiornata con le ultime tecnologie introdotte sulla più recente versione del gruppo XT. Questo impianto frenante nasce anche per soddisfare gli utilizzatori di eMTB, che necessitano di un impianto più pronto e capace di frenare le masse elevate di una bici a pedalata assistita. La leva freno rimane invece immutata rispetto all’impianto BR-M8000 a due pistoni, con il peso complessivo che sale di circa 30 g per via del maggiore ingombro delle pinze a quattro pistoni. Ritroviamo qui le alette di raffreddamento sulle pastiglie freno – tecnologia Ice-Tech – per una migliore dissipazione del calore e quindi per una frenata più consistente e costante sulle lunghe discese. È la stessa tecnologia impiegata sui rotori in due pezzi, con pista frenante costruita a sandwich: anima in alluminio ricoperta da un tradizionale strato in acciaio.


La corta ed ergonomica leva freno restituisce un buon feeling, con una regolazione della distanza dal manubrio fattibile senza attrezzi. Non manca il controllo del punto di contatto per cui serve un cacciavite a testa piatta. Il collarino è I-Spec di seconda generazione, compatibile con il montaggio integrato dei comandi cambio. Le finiture di pinza e leva sono di alta qualità come da tradizione Shimano, per un look moderno e tecnologico.

Perché quattro
Ci soffermiamo ora sul funzionamento di un impianto a quattro pistoni, un utile ripasso per tutti. La funzione di una pinza di questo tipo è la stessa di una a due pistoni, con una differenza sostanziale. Premendo sulla leva freno, viene spinto più fluido idraulico attraverso il tubo, con i pistoni che spingono più forte sulle pastiglie, che a loro volta vanno a mordere il rotore per rallentare e/o fermare la MTB. Riassumendo, maggiore è la pressione, maggiore è la potenza della frenata. La differenza sostanziale tra quattro e due pistoni risiede nel modo in cui questi spingono contro le pastiglie: come si può intuire, nel primo caso abbiamo una coppia di pistoncini di dimensioni diverse per lato invece di uno solo, così aumenta l’area di contatto della pastiglia sul disco e di conseguenza la potenza complessiva. La pinza è ovviamente di dimensioni superiori, favorendo di fatto il trasferimento del calore dalle pastiglie, particolarmente utile nelle discese più lunghe.

Prime impressioni
Come da tradizione l’installazione è stata rapida e indolore. La leva freno può essere montata senza rimuovere le manopole grazie al collarino apribile: basta premere con una chiave a brugola da 2 mm sul meccanismo di sicurezza per sbloccarlo completamente quindi metterla in posizione, chiudere e infine agire sulla vite da 4 mm per bloccarla in posizione. L’installazione della pinza freno è altrettanto facile e immediata, grazie all’ampio spazio tra pastiglie e rotore, favorendo la successiva centratura. Se necessario, l’operazione di accorciamento del tubo freno e spurgo del sistema è semplice grazie alla tecnologia Shimano One-Way Bleeding. L’impianto utilizza fluido idraulico minerale, come su tutta la gamma del produttore giapponese.

On the trail
La differenza sostanziale tra l’impianto BR-M8020 in prova e BR-M8000 a due pistoni sta nella migliore modulazione più che nella pura potenza frenante. La pinza a quattro pistoncini fa un egregio lavoro nell’aiutare a trovare il perfetto controllo sui sentieri, soprattutto nelle situazioni più ostiche dove bisogna guidare di fino. Essere in grado di modulare la potenza frenante è molto importante, perché un impianto che arriva troppo facilmente al bloccaggio delle ruote è praticamente inutile. Tuttavia quando il gioco si fa duro, per pendenze e terreni, i freni XT M-8020 fanno un ottimo lavoro nel fermare la bici nei tempi e negli spazi richiesti. Il nostro consiglio, per un utilizzo trail/enduro, è di montare rotori da 180 mm all’anteriore e posteriore, utilizzando un 203 mm davanti per rider dal peso superiore a 80 kg, e comunque su eMTB: la frenata è più pronta nelle situazioni limite, affaticando meno l’impianto. Siamo rimasti colpiti dalla tecnologia Servo Wave, ancora più efficace su questi freni a quattro pistoni: il rapporto di leva progressivo trova la migliore applicazione, spingendo più rapidamente le pastiglie sul rotore a inizio corsa, mantenendo poi una spinta idonea senza richiedere uno sforzo supplementare. Il risultato sono dita, mani e avambracci per nulla affaticati anche alla fine di lunghe e tecniche picchiate negative.

Conclusioni
Dopo aver usato i freni Shimano XT M8020 per quasi due mesi, siamo arrivati alla conclusione che si tratti di uno degli impianti più equilibrati ed efficienti sul mercato. Le pastiglie organiche funzionano alla grande con i quattro pistoni in condizioni di bagnato, senza rumori molesti e segni di usura precoce. Particolarmente apprezzabile anche la regolarità nel funzionamento, senza alcun problema di infiltrazioni d’aria nel circuito idraulico e quindi perdita d’efficacia. Il peso superiore rispetto all’impianto BR-M8000 è ampiamente giustificato dalle prestazioni superiori in ogni ambito.
Non ci rimane che consigliare questi freni a tutti i biker che cercano potenza elevata, la massima consistenza dell’azione frenante da inizio a fine discesa senza segni d’affaticamento, e una buona modulabilità per un controllo preciso.
Info: bike.shimano.com
[test pubblicato sul numero n.9 di Settembre 2018 di 4Bicycle, disponibile nella nostra edicola digitale]