Abbiamo provato la Specialized Epic Pro Carbon al Bike Shop Test di Bologna, di cui potete leggere la nostra presentazione qui. Siamo di fronte a un grande lavoro di affinamento per la storica piattaforma da XC/Marathon del brand californiano, con molti importanti cambiamenti, a partire dalla sospensione posteriore per finire con la geometria. Il pilastro portante della serie di full suspended Epic non cambia, ritrovando il sistema di valvola inerziale Brain sia sull’ammortizzatore posteriore sia sulla forcella anteriore.

La linea della bici è sempre snella e filante, con una geometria resa più moderna e aggressiva nella guida in discesa. Quattro sono le taglie, da S a XL, tutte con un approccio molto moderno per le discipline cross country e marathon. Gli ingegneri Specialized hanno valutato attentamente le richieste degli atleti di vario livello, dai top rider di World Cup sino agli amatori, il risultato è una bici dalle caratteristiche uniche. Il lavoro è complesso e riguarda le quote principali: angolo sterzo, offset della forcella, reach, stack, carro posteriore. Cosa cambia rispetto al passato immediato? Il reach è stato allungato (456 mm in taglia L, +18 mm rispetto al passato immediato) per migliorare sia la stabilità sia il comfort, lavorando in combinazione con un attacco manubrio più corto di 10 mm su tutte le taglie (90 mm sulla nostra large). Lo sterzo passa a 69,5° (-1°), valore studiato per lavorare insieme ai 42 mm dell’offset della forcella da 100 mm di travel, per un approccio più aggressivo sulle sezioni tecniche mantenendo una grande agilità. Il carro è relativamente compatto, con una quota di 438 mm, non manca un piantone sella da 30,9 mm per la massima compatibilità con i reggisella telescopici, non solo con i modelli dall’abbassamento ridotto.

Il nuovo telaio è stato migliorato anche per rigidità e peso. Le tubazioni in carbonio FACT 11m seguono l’approccio Rider-First Engineered™ di Specialized, collocando la nobile fibra in posizioni strategiche per incrementare la rigidità del triangolo anteriore e quindi la qualità – in particolare la stabilità e al precisione – nella guida. Inoltre Specialized usa tubazioni specifiche per ogni taglia per mantenere inalterato il feeling. Anche il peso è una priorità, con un grande lavoro svolto sul layout del carbonio, sulla forma delle tubazioni, sul passaggio interno dei cavi e, per finire, sulle tubazioni idrauliche dell’ammortizzatore Brain. Nel complesso, il risparmio di peso si attesta in circa 525 g rispetto alla precedente incarnazione della Epic.

Un altro grande miglioramento riguarda la tecnologia Brain che arriva allo step 2.0, in sostanza il sistema è stato spostato più vicino all’asse posteriore – come si vede nella foto qui sopra – incrementando la sensibilità. Il Brain 2.0, sviluppato in collaborazione con Rock Shox, reagisce agli urti più velocemente fornendo al tempo stesso una performance più costante, grazie anche al miglioramento del flusso dell’olio: si usa una membrana al posto del pistone flottante, insieme ad altre ottimizzazioni. Questo, insieme al profilo più compatto, contribuisce a ridurre il peso complessivo del sistema. Al posteriore troviamo il Micro Brain con valvola Spike regolabile – da Soft a Firm – e Auto Sag, mentre all’anteriore una forcella RockShox SID 29 Boost da 100 mm con Brain Fade sempre regolabile.

Noi abbiamo provato l’allestimento Epic Pro Carbon, venduto a 6.890 €, una bici pronto gara che si colloca appena sotto ai più onerosi montaggi S-Works Epic ma che promette grandi performance con un occhio al portafoglio. Troviamo componenti di qualità, come le ruote con cerchi in fibra di carbonio Roval Control Carbon (hookless, tubeless ready, con canale interno da 22 mm) montati su mozzi DT Swiss 350, pneumatici Fast Track 2Bliss Ready 2,3″/2,1″ (ant/post) con mescola Gripton, trasmissione SRAM X01 Eagle 1x12v, freni a disco SRAM Level TLM con rotori da 180 e 160 mm (anteriore e posteriore, per taglia L), appoggi Specialized con piega low rise in alluminio da 720 mm e sella Body Geometry Phenom Expert da 143 mm.

Le sensazioni sono stata da subito molto positive, a partire dalla posizione in sella ben congegnata che, come da tradizione Specialized, mette il biker subito a proprio agio e pronto ad aggredire i sentieri. Si nota una grande efficienza nella pedalata, segno che il passaggio alla flessione controllata dei foderi alti in carbonio in luogo dello snodo FSR sui foderi bassi non è un passo indietro, anzi. Il merito va ascritto anche e soprattutto al sistema Brain 2.0 che permette anche di trovare il giusto compromesso tra reattività del carro e stabilità sotto l’azione della pedalata. Questa Epic Pro Carbon 2018 mantiene quello che promette, in altre parole essere più rigida e veloce, sia in salita sia in discesa. La risposta alle moderne necessità del cross country è più che positiva, perché la bici si controlla in modo intuitivo, con una risposta immediata e sincera alle richieste del biker, sia quando si tratta di districarsi in sezioni tortuose sia quando arriva il momento di superare tratti tecnici.

Il feeling della sospensione posteriore è forse la parte più convincente della nuova Epic Pro Carbon, soprattutto quando si sposta il selettore del Brain posteriore su Soft: la qualità è prossima a quella di una trail bike, con un grande sostegno nella parte centrale della corsa, riuscendo comunque a sfruttare tutti i 100 mm senza incappare in sgraditi bottom out. Se invece si opta per un setup più sostenuto, anche all’anteriore, si ottiene il meglio per i terreni più lisci, dove è ancora più marcata la sensazione di una hardtail che si trasforma in full suspended quando serve. Trovare uno pneumatico anteriore da ben 2,3″ aiuta non poco nella precisione e nella stabilità, mentre quello più piccolo da 2,1″ al posteriore aiuta a mantenere una scorrevolezza eccellente. Cercando il pelo nell’uovo, per arrivare a una guida ancora più aggressiva ed efficace sui trail più sfidanti si potrebbe optare per uno stem ancora più corto, osando sino a 20 mm in meno (70 mm sulla L da noi provata). Si avverte anche un leggero irrigidimento del posteriore in frenata, naturale conseguenza dell’assenza dello snodo sui foderi bassi. Non è niente di così penalizzante nel complesso, perché questa Specialized riesce a soddisfare appieno chi cerca una full suspended XC/Marathon moderna e particolarmente capace, con un range d’utilizzo realmente ampio e performance molto convincenti sia nel pedalato sia nel guidato, regalando una confidenza nella guida da primato nel settore.
Specialized spiega il sistema Brain 2.0
La bici test presenta una colorazione differente da quella messa in vendita, Nero/Blu Cangiante.
Info: Specialized