Photostory: Qualcosa che è iniziato come una semplice uscita enduro ha finito per essere un’avventura freeride!

Mi sono sempre considerato un ragazzo tranquillo e semplice, che ama le cose semplici della vita, anche se a volte non resisto a un paio di “stranezze” che mi fanno sentire un po’ più felice. Quello che non avevo mai immaginato è che dopo questa avventura il mio carattere sarebbe cambiato, penso che si possa letteralmente dire che la mia anima è ora avvolta nel fuoco.
Ho come la sensazione che dentro di me ci sia una mandria di cavalli pronta a saltare la recinzione e andare al galoppo, completamente fuori controllo. Sarà meglio che vi racconti la storia dall’inizio.
Non ci ho pensato due volte a caricare la mia bici da enduro in auto. Mi prendo sempre il tempo necessario per fare una buona selezione musicale e acquistare qualche snack lungo la strada. Già conoscevo questa zona così mi sono diretto verso La Fenasosa, un posto speciale, quasi magico oserei dire.
La vera essenza di questo bike park è la gente che lo gestisce, la famiglia Orban. L’affetto che trasmettono nel trattare con le persone fa sì che in pochi secondi ci si senta un altro membro della famiglia. Voglio dire, quando penso a La Fenasosa non è solo per i sentieri ma per le persone che lo rendono possibile.
Improvvisamente, quando sono su uno dei trail, sento un rumore e penso: “M…a, ho bucato di nuovo!” Ma dopo aver controllato le mie due gomme, mi sono reso conto che erano perfette. Così ho continuato a guidare, godendo di ogni salto, di ogni curva spondata, ma ho sentito di nuovo lo stesso rumore.
Ho deciso di risalire e scendere nuovamente sui sentieri, e quando ero in mezzo al nulla, una bici incredibilmente gialla mi ha superato, letteralmente sverniciandomi. Ho esclamato: “Che tu sia m…….o!” Ho iniziato a spingere forte sui pedali, in discesa, per inseguire chi aveva disturbato la mia discesa enduro!
La verità è che non è stato affatto semplice raggiungerlo, mi sono avvicinato, di molto. A ogni curva ero praticamente a ruota, ma quando abbiamo raggiunto il rock garden, si è preso un bel vantaggio distaccandomi. Il ragazzo era veloce, maledettamente veloce, e saltava veramente bene.
Mi sembrava ormai irraggiungibile, quando è iniziata una linea di salti. Con astuzia, ho preso una scorciatoia, per una sezione di salti più accessibili, permettendomi di andare più veloce.
Alla fine sono riuscito a colmare il distacco, ma penso che sia stato possibile per il semplice motivo che ormai la discesa era finita!
Alla fine, si toglie il casco, mi tende la mano e mi dice: “Ciao, io sono Tobi e tu?” Ho risposto con lo sguardo fisso sulla sua bici: “Gran bel mezzo!” Il mio cervello nel frattempo aveva riconosciuto il volto del ragazzo che mi era passato sopra solo pochi minuti prima: era il freerider tedesco Tobi Wrobel!
Dopo un paio di discese insieme, abbiamo deciso che era arrivato il momento di riposarci. Una doccia e un buon pasto sono stati il preludio perfetto per coinvolgere Tobi in una bella chiacchierata, sulla sua nuova bici Rose Soul Fire e sulla grande giornata di riding a La Fenasosa.
Poi è arrivato il momento di andare a dormire. Ma qualcosa era cambiato in me dopo le discese con Tobi. Ha come risvegliato qualcosa dentro di me, un qualcosa che brucia. Sarà l’ardore che brucia l’anima? Probabilmente questo video mi aiuterà a rimuovere ogni dubbio…
[Gustatevi il video di Tobi Wrobel al bike park di La Fenasosa in Spagna]
E rileggetevi la nostra presentazione della Soul Fire, la versatile full freeride protagonista di questa storia…

Testo: David Cachon, davidcachon.com; Facebook @davidcachonofficialfanpage; Instagram @davidcachonofficial
Foto: Ismael Ibáñez