La storia di Bethany Hamilton è ben nota a tutti noi e rappresenta un grandissimo esempio di passione e forza di volontà. Soul Surfer, film del 2011 diretto da Sean McNamara con AnnaSophia Robb, Helen Hunt, Dennis Quaid e Carrie Underwood, racconta come sono andati i fatti prima, durante e dopo l’attacco di squalo, ed è un film che merita di essere visto e rivisto.
Nel 2003, l’allora adolescente Bethany (13 anni) viveva a Kauai, nelle Hawaii, insieme al padre Tom, sua madre Cheri e i suoi due fratelli Noah e Timmy. Nella sua famiglia sono tutti surfisti, e lei in particolare oltre alla forte passione ha un gran talento, condiviso con la sua migliore amica Alana Blanchard.
Entrambe rappresentano delle promesse del surf hawaiano, vincendo contest e ottenendo la sponsorizzazione da Rip Curl. La notte prima di Halloween Bethany e Alana escono in mare per surfare insieme ad alcuni amici, divertendosi moltissimo. Il mattino seguente il padre di Beth si reca in ospedale per effettuare un intervento chirurgico al ginocchio, mentre le amiche tornano in mare per un’altra session con Holt e Byron, rispettivamente il padre e il fratello di Alana.
Mentre Bethany parla con Alana sdraata sulla tavola da surf in lineup, un grosso squalo tigre spunta improvvisamente e azzanna il braccio sinistro di Bethany, che la ragazza teneva in quel momento in mare, tranciandolo di netto. Holt tira fuori dall’acqua Bethany e crea un laccio emostatico con il leash della tavola da surf per bloccare la grave emorragia, mentre Byron chiama il 911. Incrociano l’ambulanza lungo la strada. Poco prima di iniziare l’intervento chirurgico al ginocchio di Tom, il medico chirurgo David Rovinsky è chiamato al pronto soccorso per l’operazione di Bethany. Oltre a perdere il braccio sinistro, Bethany perde il 60% del suo sangue e il medico ritiene che sia un miracolo che sia sopravvissuta.
La giovane surfista non può quindi partecipare alle sessioni fotografiche della Rip Curl, ma desidera che Alana partecipi anche senza di lei. Inside Edition, un programma televisivo, si offre di fornirle un braccio artificiale che è esteticamente perfetto e ha le articolazioni pieghevoli, in cambio di un’intervista. Bethany chiede di provare il braccio artificiale, scopre che non la aiuta affatto a surfare e respinge la proposta con rabbia.
Gli assalti dei giornalisti e delle televisioni mettono a dura prova la privacy della famiglia.
Dopo un lungo periodo di recupero Bethany si allena per tornare in acqua e surfare con un solo braccio…e ci riesce anche bene! La storia prosegue con molte altre vicende sulla surfista, che ha tutti gli effetti è e resta un esempio motivazionale per tutto il mondo, surfisti e non.