Pubblicità

La Granfondo Continental Milano vista da noi

di - 11/09/2018

Granfondo Continental Milano, la granfondo di una grande città, la manifestazione ciclistica che parte ed arriva in una delle più grandi metropoli d’Europa. Ecco il racconto del nostro Davide Sanzogni.

Una Granfondo che parte ed arriva in una metropoli come Milano e si snoda in un’area densamente popolata quale la Brianza, presenta al comitato organizzatore importanti sfide che vanno affrontate, vinte per poter garantire la sicurezza dei partecipanti (e anche capite da questi ultimi). Molte di queste criticita’, che si erano palesate lo scorso anno, sono state in buona misura risolte in questa edizione numero due. Percorsi modificati e maggior presidio agli incroci hanno consentito una condotta di gara regolare a quanti si sono trovati a transitare prima del passaggio del fine corsa, anche sul percorso lungo. Pure sul piano logistico un importante passo avanti e’ stato ottenuto concentrando i principali servizi: nel centro commerciale Sarca il parcheggio coperto, il ritiro dei pacchi gara, il ritiro dei dorsali, senza dimenticare l’adiacente area dell’ex carro-ponte con un ricco villaggio di gazebo. A questi si sono aggiunti il pasta-party e le il bike-park custodito. Resta ancora aperto il discorso docce ma la bella giornata di settembre di cui ha beneficiato questa manifestazione consente di sorvolare su questo punto.

Venendo ai percorsi, la nostra opinione: sulla carta sembrerebbero due percorsi facili con il lungo di soli 115km per 1400m di dislivello e il corto che tagliando 30km riduce di quasi 1000m la propria altimetria rispetto al percorso maggiore. Ma questo solo sulla carta, perchè nella pratica il tracciato e’ stato affrontato come fosse una competizione a circuito, cercando di far andar via la fuga fin dai primi chilometri. Ogni rotonda ed ogni strappo che hanno portato i partecipanti ad addentrarsi nella Brianza sono stati motivo per rompere il gruppo, evento che si e’ puntualmente verificato e che ha deciso l’esito della prova per entrambi i percorsi. Diversi strappi minori in corrispondenza di Briosco, Capriano e Bulciago hanno mietuto vittime nei vari gruppetti e molti atleti sono arrivati con le gambe gia’ intossicate all’imbocco di Colle Brianza, la prima vera ascesa della giornata.

A seguire una veloce discesa verso il bivio tra i due percorsi, adeguatamente segnalato. Qualcuno però, preso dall’enfasi agonistica anche e’ andato a finire, “a testa bassa” dritto sul medio. Per chi ha invece ha imboccato la via del lungo, la strada riprendeva a salire verso Giovenzana con una breve rampa nel finale, con pendenze che hanno sfiorato il 17%. Bella la successiva discesa, asfaltata “di fresco”. Dopo il giro di boa a Galbiate, il percorso ha costeggiato il lago di Annone, prima di risalire ad Ello e poi affrontare nuovamente Colle Brianza per proseguire verso Milano come gia’ fatto dal percorso medio. Da qui circa 35 km ondulati e ben disegnati, pensati per evitare alcune criticità della viabilità verso la città, vie che hanno riportato i partecipanti a Villasanta, ove era posto il traguardo e un piccolo ristoro. Buona la scelta di collocare qui l’arrivo e di lasciar completare il tragitto fino all’area utilizzata per il pasta-party senza piu’ l’assillo del cronometro.

La Granfondo Continetal Milano è una manifestazione anomala, come lo sono tutte quelle che si svolgono in ambito urbano e al cui comitato organizzatore va riconosciuto il merito di aver creato un evento dal nulla e di essere riusciti a rimediare a buona parte delle problematiche emerse durante la prima edizione.

gfmilano.com

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.